sabato 1 agosto 2009
Piazza del Campidoglio



Il suo nome deriva dal colle del Campidoglio di Roma; fu interamente progettata da Michelangelo, il quale ricevette la commissione di riformare la piazza da papa Paolo III.
Michelenagelo riprogettò la piazza volgendola verso San Pietro, non più verso il Foro Romano.
Al centro si trova la statua equestre di Marco Aurelio, oggi raffigurata sul retro dei 50 centesimi di euro. La pavimentazione venne realizzata secondo i disegni originali di Michelengelo solo nel 1940.
La piazza è circondata da 3 palazzi: il Palazzo Senatorio (sede del Comnue di Roma), Palazzo Nuovo (costruito appositamente da Michelengelo per la prospettiva della piazza) e Palazzo dei Conservatori (in questi ultimi 2 palazzi sono ospitati i Musei capitolini).

Il Colosseo




Originariamente conosciuto come anfiteatro Flavio, è il più famoso anfiteatro romano, in grado di contenere fino a 50.000 spettatori.
Venne edificato al limite orientale del Foro Romano.
La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. e fu inaugurato da Tito nell'80 d.C.
Il nome "Colosseo" deriva dalla vicina statua del Colosso del Dio Sole, si diffuse solo nel Medioevo. Ben presto divenne il simbolo della città imperiale.
Era usato per gli spettacoli gladiatòri e altre manifestazioni pubbliche (spettacoli di caccia, rievocazioni di battaglie famose, e drammi basati sulla mitologia classica).
Il Colosseo, come tutto il centro storico di Roma, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1980. Nel 2007 il complesso è stato anche inserito fra le Sette meraviglie del mondo moderno.


Panorama sul fiume Tevere





La Fontana di Trevi



Il tema della scultura è il mare. La scenografia è dominata da un cocchio, a forma di conchiglia sul quale è adagiata la grande statua di Oceano di Pietro Bracci, affiancata nelle nicchie laterali dalle statue della Salubrità e dell'Abbondanza, opera di Filippo della Valle; il cocchio è trainato da cavallucci marini, a loro volta preceduti da tritoni. Nella fontana, scultura e architettura barocca si compenetrano e si fondono perfettamente, in un suggestivo spettacolo acquatico.
Papa Urbano VIII (Barberini) per primo ordina una "trasformazione" della piazza e della fontana a Giovan Lorenzo Bernini, in modo da creare un nuovo nucleo scenografico vicino al proprio palazzo famigliare, Palazzo Barberini, e ben visibile dal Palazzo del Quirinale, sua residenza.
Tocca a Papa Clemente XII Corsini il compito di riprendere in mano le sorti della piazza e della fontana: bandisce un importante concorso per la costruzione di una grande mostra d'acqua che occupi l'intera facciata del palazzo Poli.
Il bando viene vinto da Nicolò Salvi, che inizia la costruzione della fontana nel 1732, impostando l'opera secondo un progetto che raccorda influenze barocche e ancor più berniniane al nuova monumentalismo classicista che caratterizzerà tutto il pontificato di Clemente XII.
Papa Clemente XII inaugura la fontana nel 1735, con i lavori ancora in corso.
Papa Benedetto XIV pretende una seconda inaugurazione nel 1744.
Nonostante la morte di Niccolò Salvi, la costruzione prosegue sotto la guida di Giuseppe Panini, che porta finalmente l'opera a compimento nel 1762, sotto Papa Clemente XIII.
Il monumento è protagonista di una delle scene più famose del cinema italiano e, forse, di quello mondiale: in La Dolce Vita di Federico Fellini, Anita Ekberg si tuffa nella vasca, invitando Marcello Mastroianni a fare lo stesso.
L'acqua dell'amore: quando se ne attingeva ancora acqua da bere (e l'acqua di Trevi era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea come l'Acqua Marcia; oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane), le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva - bicchiere che poi frantumavano in segno e augurio di fedeltà.
Una celebre tradizione vuole che porti fortuna lanciare una moneta nella fontana volgendole le spalle, perché in questo modo si tornerà sicuramente nella città. Le monete, raccolte quotidianamente, vengono destinate dal comune di Roma ad opere caritatevoli.

San Pietro - Città del Vaticano






La costruzione dell'attuale basilica di San Pietro fu iniziata il 18 aprile 1506 sotto papa Giulio II e si concluse nel 1626, durante il pontificato di papa Urbano VIII, mentre la sistemazione della piazza antistante si concluse solo nel 1667.
I lavori furono affidati a Donato Bramante, tra i più importanti architetti dell'epoca, il quale propose un rivoluzionario impianto a croce greca, caratterizzato da una grande cupola emisferica posta al centro del complesso ed ispirata a quella del Pantheon.
Quali successori di Bramante furono chiamati Raffaello Sanzio e Baldassarre Peruzzi, che approntarono due diverse soluzioni per il completamento dell'edificio: il primo prevedeva il ritorno ad un impianto di tipo basilicale, con un corpo longitudinale a tre navate, mentre Peruzzi rimaneva sostanzialmente fedele alla soluzione a pianta centrale. La morte di Raffaello (1520) e il Sacco di Roma (1527) impedirono il concretizzarsi di questi progetti.
Successivamente, sotto papa Paolo III, i lavori furono ripresi da Antonio da Sangallo il Giovane, il quale irrobustì i pilastri della cupola.
Dopo Sangallo, deceduto nel 1546, alla direzione dei lavori subentrò Michelangelo Buonarroti, ormai settantenne, il quale, volendo sottolineare maggiormente l'impatto della cupola, tornò alla pianta centrale del progetto originario, annullando però la perfetta simmetria studiata da Bramante.
Alla pianta di Bramante, con una croce maggiore affiancata da quattro croci minori, Michelangelo sostituì una croce centrata su un ambulacro quadrato, semplificando quindi la concezione dello spazio interno. In questo modo il fulcro del nuovo progetto sarebbe stata la cupola, ispirata nella concezione della doppia calotta a quella progettata da Filippo Brunelleschi per la cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore.
Dopo il 1602, papa Clemente VIII affidò la direzione della fabbrica a Carlo Maderno, che fu incaricato di completare la basilica con l'aggiunta di un corpo longitudinale, secondo le rigide direttive della Controriforma. L'opera mutava radicalmente il progetto di Michelangelo, facendo assumere alla basilica una pianta a croce latina.
Nel tentativo di dare slancio al severo prospetto, Gian Lorenzo Bernini, autore della piazza antistante alla basilica, eseguì una serie di trasformazioni: limitò alla sola parte centrale la scalinata d'ingresso alla chiesa e, davanti ai due archi che avrebbero dovuto sostenere i suddetti campanili, scavò il terreno sottostante, portando il nuovo piano di calpestio quanto più possibile vicino al livello della piazza.

Lo spazio fu quindi suddiviso in due parti: la prima, a forma di trapezio rovescio con il lato maggiore lungo la facciata, la quale, grazie al particolare effetto prospettico, assumeva un aspetto più slanciato; la seconda di forma ovale con l'imponente colonnato architravato.

Castel Sant'Angelo



Il Castel Sant'Angelo (o Mole Adriana o "Castellum Crescentii" nel X-XII sec.) è un monumento romano, radicalmente modificato più volte in epoca medioevale e rinascimentale situato sulla sponda destra del Tevere, di fronte al pons Aelius (attuale ponte Sant'Angelo) a poca distanza del Vaticano, nel rione di Borgo.
Iniziato dall'imperatore Adriano nel 125 quale suo mausoleo funebre, ispirandosi all'ormai completo mausoleo di Augusto, fu ultimato da Antonino Pio nel 139.
Il Mausoleo ospitò i resti dell'imperatore Adriano e di sua moglie Sabina, dell'imperatore Antonino Pio, di sua moglie Faustina maggiore e di tre dei loro figli, di Lucio Elio Cesare, di Commodo, dell'imperatore Marco Aurelio e di altri tre dei suoi figli, dell'imperatore Settimio Severo, di sua moglie Giulia Domna e dei loro figli e imperatori Geta e Caracalla.
Il castello ha preso il suo nome attuale nel 590.Quell’anno Roma era afflitta da una grave pestilenza, per allontanare la quale venne organizzata una solenne processione penitenziale cui partecipò lo stesso papa Papa Gregorio I. Quando la processione giunse in prossimità della Mole Adriana, il papa ebbe la visione dell'arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada. La visione venne interpretata come un segno celeste preannunciante l’imminente fine dell’epidemia, cosa che effettivamente avvenne. Ancora oggi nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare con impronte dei piedi che secondo la tradizione sarebbero quelli lasciate dall’Arcangelo quando si fermò per annunziare la fine della peste.

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"Gli occhi di Giada" è il mio primo e personalissimo blog, dove raccolgo tutti i miei pensieri, le mie passioni, le mie storie di vita quotidiana e tutto ciò che mi rappresenta! Il titolo non è un caso, ho sempre pensato che nessuno può capire veramente ciò che ciascuno di noi vede con i propri occhi, come ciò che vediamo sia legato a certi sentimenti difficili da spiegare a parole, e nessun'altro al mondo potrà capire quello che proviamo! Questo per me significa che ognuno è unico e inimitabile, sta a noi fare dono della nostra unicità agli altri, alle persone a cui vogliamo bene, alle persone che incontriamo nella nostra vita! Per me questo è "gli occhi di Giada", il mio modo di vedere il mondo, di provare a esternare i sentimenti che provo dentro di me, e coltivare uno spazio solo mio, come un giardino segreto di cui solo io ho la chiave, anche se lo condivido con altri, per me rimane comunque segreto perchè solo io attraverso quello che scrivo posso sapere ciò che veramente sento dentro di me!

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